venerdì 10 febbraio 2012

COLABRODO ITALIA



Sul fronte delle ricerche gas petrolifere è GRAVE la SITUAZIONE in Italia e nel Sud in particolare...

RICEVIAMO DA "ECOLOGISTI CATANIA" E PUBBLICHIAMO


COLABRODO ITALIA

Al momento, oltre alle 66 concessioni di estrazione petrolifera offshore con pozzi già attivi, sono in vigore 24 permessi di esplorazione offshore, soprattutto nel medio e basso Adriatico (Abruzzo, Marche, Puglia) e nel Canale di Sicilia. L'area delle esplorazioni supera gli 11.000 kmq, una superficie assai maggiore di quella che attualmente ospita pozzi operativi (poco meno di 9.000 kmq). Ci sono poi moltissime altre aree in cui si richiede l'autorizzazione per esplorazioni petrolifere: le mappe del Ministero dello Sviluppo Economico dimostrano un'esplosione di richieste di trivellazioni esplorative soprattutto al largo di Abruzzo, Marche, Puglia, Calabria (versante ionico) e nel Canale di Sicilia. La superficie complessiva non è nota, ma si può stimare che sia almeno il doppio di quella in cui le ricerche sono già state autorizzate.
In Italia, inoltre, oltre a royalties molto più basse, non si paga alcuna imposta per i primi 300.000 barili di petrolio all'anno: oltre 800 barili (o 50.000 litri) di petrolio gratis al giorno.
Le attività esplorative sono effettuate o richieste da imprese ben note, come ENI, EDISON e SHELL, ma anche da imprese minuscole, anche con soli 10.000 euro di capitale sociale: in caso di incidente non potrebbero noleggiare nessun mezzo idoneo a raccogliere il petrolio!
Eppure le royalties sulle concessioni di estrazione vanno dal 4% al 7 %, contro l’80% di Norvegia e il 90% in Libia. In pratica né lo Stato centrale né le comunità locali beneficiano dei proventi dell'attività estrattiva; in compenso queste ultime sono costrette a sopportarne i costi ambientali.
Su 59 società che nel 2010 operavano in Italia, solo 5 avevano pagato il canone: ENI, Shell, Edison, Gas Plus Italiana ed ENI/Mediterranea idrocarburi. Apprendiamo inoltre che al 2011 sono 82 le istanze di permesso di ricerca e i permessi di ricerca di idrocarburi liquidi o gassosi offshore (74 dei quali nelle regioni del Centro-Sud, 39 nella sola Sicilia) presentati al Ministero dello Sviluppo economico. Sono invece 204 le istanze di ricerca e i permessi di ricerca onshore. La possibilità di perforare a 5 miglia dalla costa rende l’eventualità di un disastro ambientale una terribile minaccia incombente. Già adesso il nostro specchio d'acqua vanta il triste primato mondiale per la concentrazione di catrame in mare aperto Analogo discorso vale per gli Appennini, dove le companies americane si contendono il diritto a trivellare, nonostante la ferma opposizione dei sindaci locali. Per non parlare della Basilicata, devastata dai petrolieri e ricompensata a suon d'elemosina.
Il petrolio inoltre è localizzato in territori densamente urbanizzati e nei nostri mari, vicino a coste e specchi d’acqua marina di alto pregio ambientale con il rischio che al momento in cui si verifichi un incidente, come è avvenuto nel golfo del Messico nell’aprile 2010, anche infinitamente meno grave, date le diversità, gli impatti per l’ambiente dureranno per decenni se non centinaia di anni con conseguenze teratogene, mutagene e cancerogene sugli esseri viventi.
Decine di pozzi di petrolio nel blu del Mediterraneo, per fermare le trivelle si sono mobilitati cittadini e comitati. Ma intorno alla Sicilia pendono 40 richieste di concessioni. Le trivelle sono pronte a entrare in azione a pochi chilometri da gioielli come Pantelleria e le Egadi. ECOLOGISTI CATANIA

giovedì 2 febbraio 2012

PIANO PAESAGGISTICO ED EMERGENZE AMBIENTALI NEL SIRACUSANO - TRASMISSIONE TV SU CANALE 8

    Martedi giorno 7 febbraio alle ore 20,30 sull'Emittente locale Canale8 IL ROTOCALCO  SETTIMANALE  dal titolo "ESCLUSIV8" condotto dalla Giornalista Santina Giannone. 
i temi trattati: " Piano Paesaggistico ed Emergenze ambientali in provincia di Siracusa"
Il Comitato Notriv sarà presente con suoi rappresentanti insieme ad altri rappresentanti regionali di Associazioni Ambientaliste e della Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali  della Prov di Siracusa.
Arrivederci su Canale 8

sabato 28 gennaio 2012

UN RITORNO ATTESO


RIPARTE IL BLOG DEL COMITATO NOTRIV DEL VAL DI NOTO!!!

Cari amici rieccoci qua.

Dopo la sorpresa regalataci da ARUBA che ci chiuse il sito www.notriv.it per non aver risposto alle sue email ritorniamo con un blog che vuole tenere alta l'attenzione sul problema salvaguardia del territorio del Val di Noto e gestione delle risorse energetiche.
La nostra battaglia come COMITATO NOTRIV iniziò nel 2004   ed è andata avanti fino ad oggi per la tutela del Val di Noto dalle invadenze dei petrolieri che non si erano accorti che il Modello di Sviluppo imboccato dal Val di Noto era divenuto incompatibile con nuovi insediamenti e pozzi gas-petroliferi, così come era incompatoibile con una gestione selvaggia del territorio ( edilizia, rifiuti, ecc.) che in Sicilia si era diffusa negli anni passati ma che oggi comincia ad essere contrastata per mantenere "bello" il territorio in vista di un uso turistico ed agricolo nuovo.
Tale modello sta già dando risultati importanti all'economia dell'Isola e alla sua nuova storia iniziata da quando i Siciliani hanno ricominciato ad accorgersi, forse grazie al sacrificio di persone come Giovanni Falcomne e Paolo Borsellino, che esiste la legalità , che esiste una ricchezza del territorio che non può essere svenduta al primo venuto.
I Siciliani si sono accorti che il loro oro è il Paesaggio, la Natura, le Bellezze monumentali, la Storia sedimentata nei secoli ed ancora visibile nei siti archeologici, il Mare, le tradizioni culturali immateriali e tanto altro..
Ecco oggi tutti sono chiamati a proteggere queste caratteristiche che fanno della Sicilia una terra unica al mondo.
NOI ci siamo e ci saremo.
Con tutti i siciliani che vorranno esserci!!
Arrivederci.
Comitato Notriv   


Buone Notizie dal Decreto Liberalizzazioni

25 gen 2012  da "Il Fatto Quotidiano"  
Nel Decreto sulle Liberalizzazioni

INCUBO TRIVELLE GAS-PETROLIFERE

WWW.CORRIEREDELMEZZOGIORNO.CORRIERE.IT  

E con le liberalizzazioni torna l'incubo
«trivella facile»: in Sicilia 39 richieste

La bozza del decreto governativo apre alla possibilità
delle trivellazioni, i Verdi: «Distruggerebbero le coste»




TRAPANI - Nemmeno il tempo di poter festeggiare per il parere negativo della commissione tecnica Via del ministero dell'Ambiente sulla possibile ricerca petrolifera nel banco di Pantelleria, che in Sicilia torna l'allarme. All'interno della bozza del decreto liberalizzazioni redatto dal governo Monti, torna a balenare l'ipotesi «trivella facile», che consentirebbe la perforazione via mare e terra all'interno del territorio siciliano. A lanciare l'allarme è stato nei giorni scorsi il Wwf, che nella sua relazione «Milioni di regali» ha posto l'attenzione sulle possibili nuove 82 istanze di ricerca che nel 2011 sono pervenute al ministero dell'Ambiente, delle quali solo 39 interessano la Sicilia.
Il coordinatore dei Verdi Sicilia, Carmelo Sardegna esprime il suo dissenso per una possibile trivellazione che «distruggerebbe la nostra costa», attaccando duramente la giunta regionale guidata dal governatore Lombardo, reo, secondo l'ambientalista, di interessarsi solamente alla «cementificazione delle coste», senza «tutelare il territorio», elemento cardine del turismo isolano. Dello stesso avviso Vincenzo Moscuzza, responsabile del comitato «NoTriv» nato per la salvaguarda della Val di Noto, che aggiunge: «Adesso ci sono alla Regione Siciliana ben 40 richieste di permessi per ricerche petrolifere, in tutta la Sicilia, sia offshore che onshore. Questi sono dati sconvolgenti. È inutile che parliamo di territorio, di tutela dell'ambiente, di valorizzazione turistica della Sicilia, se poi arrivano i petrolieri e vogliono piazzare le loro strutture dappertutto». Nonostante il decreto resti ancora una bozza, la preoccupazione delle associazioni è alta. Il comitato «Stoppa la Piattaforma», tramite il suo portavoce Mario Di Giovanna spiega di essere «assolutamente contrario» alle liberalizzazioni ritenendole «una follia che si traduce in realtà, in una vera e propria licenza di uccidere» il mare siciliano. Secondo Di Giovanna la manovra del governo non tiene minimamente conto delle Royalty, ovvero le tasse che i petrolieri pagano allo Stato su ogni singolo barile di petrolio estratto: «Per trivellare offshore sono circa il 4%, quando nel resto del mondo la media è intorno al 60/70%». Questo comporterebbe quindi «l'assalto di tutte le compagnie petrolifere del mondo attratte da tasse bassissime».
Dalla Regione Sicilia però arriva lo stop dell'assessore al Territorio e dell'Ambiente, Sebastiano Di Betta: «Il governo nazionale può liberalizzare ciò che vuole, non può certamente immaginare di devastare ciò che è il mio territorio», e puntualizza: «Bisogna ancora capire quali sono le ipotesi di emendamento, a tal proposito anche noi, come Regione Sicilia, cercheremo di far valere le nostre ragioni». Di Betta si pone favorevolmente al processo di liberalizzazione, purché «tenga conto di quali sono gli aspetti legati al territorio, alle amministrazioni comunali, regionali, e alla popolazione che ci vive».
Saul Caia
24 gennaio 2012

Rischio Trivelle Selvagge!

...oh Renzi Renzi...dove ti sei cacciato!