venerdì 18 dicembre 2015

il bluff di Renzi sulle trivellazioni: non si smentisce mai! buffonpremier!

Petrolio, i No Triv in agitazione: il governo non blocca le trivelle, ci prende in giro

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TRIVELLE
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L'entusiasmo è evaporato nel giro di qualche giorno lasciando spazio a una guerra di emendamenti e subemendamenti alla legge di stabilità. I No triv, comitato promotore del referendum anti-trivelle sul quale la corte costituzionale si esprimerà a gennaio, non si fidano dell'annuncio del governo di rivedere la normativa che accompagna permessi di ricerca ed estrazione sulla terraferma e in mare, anche entro le 12 miglia dalla costa. "Una presa in giro che ha il solo scopo di evitare il referendum", concludono al comitato mentre cercano di salvare il salvabile tramite gli agganci in Parlamento: da Alternativa Libera, a Sel, M5s e probabilmente con un appello che nelle prossime ore verrà rivolto a tutte le forze parlamentari.
Il punto è questo: con le modifiche pensate dal governo alla legge di stabilità i permessi autorizzativi in corso non vengono bloccati in via definitiva, ma solo 'addormentati'. Insomma, cadono in sonno. E per risvegliarli basta solo una legge della governo. A quel punto tornerebbero in essere, con tutto il loro vigore e soprattutto senza ripassare dal via: senza iniziare da capo tutto l'iter.
È questa la scelta che lascia sconcertato il comitato promotore o almeno una buona parte dei suoi componenti, tra cui il costituzionalista Enzo Salvatore, che ha redatto i sei quesiti ora al vaglio della Consulta, Alternativa libera, che sarebbe l'unione tra la civatiana Possibile ed ex grillini, Sel e Sinistra italiana, e diverse associazioni ambientaliste. Mentre Legambiente, Greeenpeace e Wwf, che pure sostengono la richiesta di referendum, sono meno critiche col governo. Quanto alle Regioni (ben dieci appoggiano l'iniziativa referendaria) frenano l'entusiasmo iniziale ma non si esprimono su quella che i No triv denunciano come "vera e propria beffa".
Posizioni variegate anche all'interno dello stesso comitato. Il che tuttavia peserà perché le varie realtà verranno audite dalla Corte Costituzionale che il 13 gennaio dovrà valutare se la richiesta referendaria è ancora valida alla luce delle modifiche apportate allo Sblocca Italia (la norma della discordia) attraverso per la manovra finanziaria.
Alla Camera intanto, dove l'esame sulla legge di stabilità è agli ultimi fuochi (il passaggio al Senato la prossima settimana sarà blindato), Alternativa libera ha presentato un subemendamento sostenuto anche da Sel, secondo cui per 'risvegliare' le concessioni sospese è necessario riprendere l'iter da capo. La proposta insomma va anche a chiarire il senso del blocco dei procedimenti in corso per il rilascio dei titoli minerari entro le 12 miglia. Ossia se il blocco debba essere inteso come 'sospensione' temporanea dei procedimenti o come definitiva chiusura. "Non si tratta di un dettaglio, visto che analoga formulazione della disposizione la si è avuta già nel 2010 con il decreto Prestigiacomo e il risultato fu appunto che, nel silenzio della legge, il Ministero sospese, ma non chiuse i procedimenti, ad esempio "Ombrina mare". Essi, infatti, furono riavviati nel 2012", dice all'Huffington Post il costituzionalista Di Salvatore.
È una richiesta di modifica che potrebbe essere appoggiata anche dal M5s e incrocia anche qualche appoggio tra i siciliani di Forza Italia. Anche perché uno dei progetti di estrazione che sicuramente andranno avanti - in quanto hanno già ricevuto tutti i permessi necessari - è 'Argo 2' al largo di Gela, giacimento situato entro le 12 miglia dalla costa, gestito per il 60 per cento da Eni e per il 40 per cento da Edison. Quanto a 'Ombrina mare', il progetto di estrazione al largo di Vasto in Abruzzo, sempre entro le 12 miglia e vicino ad una riserva marina, manca l'ultimo ok: se arriva prima dell'approvazione della legge di stabilità, è fatta anche per questa estrazione, oggetto di numerose proteste nei mesi scorsi.
E poi c'è la proposta del governo di avocare alla presidenza del Consiglio tutte le scelte da fare nel caso in cui le conferenze di servizio, chiamate a decidere sui singoli permessi, finiscano in stallo per il parere negativo delle Regioni. Finora la scelta finale è nelle mani del premier: col passaggio alla presidenza del consiglio cambierebbe poco.
Sempre Alternativa Libera e Sel hanno presentato anche un altro subemendamento che punta a reintrodurre il 'piano delle aree', previsto dallo Sblocca Italia e ora cancellato. È invece una "garanzia per razionalizzare le attività petrolifere in Italia - aggiunge Di Salvatore - Il subemendamento presentato si propone non solo di reintrodurre il piano, ma anche di meglio disciplinarlo, prevedendo che alla sua elaborazione attenda la Conferenza Stato-Regioni su proposta del Ministro dello sviluppo economico, sentito il Ministro dell'ambiente".
Su queste proposte di modifica i No triv lanciano un appello, anzi un vero grido di allarme a tutte le forze politiche: ultimo treno per salvare pezzi di ambiente.

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...oh Renzi Renzi...dove ti sei cacciato!