ASSEMBLEA NAZIONALE
"VERSO IL REFERENDUM NO TRIV"
ROMA, PARCO DELLE ENERGIE, 8 NOVEMBRE 2015
Il 30
Settembre scorso è accaduto qualcosa di unico e straordinario nella storia
dell'Italia Repubblicana: la pressione esercitata da oltre 200 associazioni,
comitati, movimenti territoriali e personalità della cultura e delle scienze,
che danno lustro al nostro Paese, ha spinto le Assemblee di metà delle Regioni
italiane a deliberare, in modo pressoché unanime e trasversale, la richiesta di sei quesiti referendari
contro le trivelle in mare e su terraferma.
Superato
positivamente il duplice controllo della Cassazione e della Corte
Costituzionale, i cittadini potranno così riappropriarsi del diritto, spesso
negato, di decidere di se stessi e del futuro dei rispettivi territori.
Con il
deposito in Cassazione delle istanze referendarie, le 200 associazioni
firmatarie dell'appello alle Regioni possono rivendicare, con orgoglio, di aver
raggiunto un primo prezioso obiettivo: una volta ritenuto ammissibile, il referendum
dovrà essere celebrato nella primavera del 2016, a meno che - cosa alquanto
improbabile - il Governo decida di abrogare le norme oggetto dei quesiti.
Siamo
arrivati fin qui perché le politiche
governative, tese a riaccentrare nelle mani dello Stato la potestà
energetica ed ogni facoltà che ne derivi (ne sono palesi esempi lo “Sblocca
Italia” e la ormai imminente revisione del Titolo V della Costituzione), hanno di fatto spogliato i territori di
ogni possibilità di autodeterminazione, relegandoli a meri esecutori di
strategie ambientali spesso preistoriche.
I quesiti
referendari hanno, così, questo preziosissimo scopo: pur non potendo da soli
risolvere l’intera questione legata alle trivellazioni petrolifere (che
interessa anche le acque non territoriali, i Paesi transfrontalieri, la
legislazione europea, ecc.), mirano ad
una ridefinizione complessiva del rapporto Stato-Regioni e ad evitare che
alcuni procedimenti di VIA, accelerati in questi giorni nella nuova “era
fossile”, giungano a rapido compimento
nonostante il parere contrario, diffuso e pressoché unanime, delle popolazioni
territorialmente interessate.
Proprio la
gravità della situazione di alcuni procedimenti, ormai prossimi ad approdare
allo stadio di permesso o di concessione, ci ha costretti a chiedere alle
Regioni di approvare una Legge che inibisca ogni attività legata agli
idrocarburi nel limite delle 12 miglia marine dalle linee di costa e dalle aree
naturali protette. Sintomo di una situazione ormai indifferibile.
Proprio per
queste ragioni -ne siamo consapevoli tutti- il
referendum non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Ha necessità
di consolidarsi, mettendo radici profonde nella coscienza collettiva del Paese,
attraverso un percorso chiaro, condiviso e partecipato, in cui il ruolo di
motore e di guida deve restare saldamente in mano ai movimenti, alle
associazioni e ai comitati.
Come già
accaduto nel recente passato, è importante che a concorrere al raggiungimento
dell'obiettivo finale siano chiamati, avvertendone la responsabilità, anche
altri soggetti, ciascuno nel rispetto di ruoli e funzioni:
-
le
Regioni, in un regionalismo fedele allo spirito della
Costituzione, che restituisca loro un ruolo strategico di “collegamento” tra Stato e periferie, in un
rinnovato ed autentico rapporto con i territori;
-
il mondo
dell'Associazionismo tutto, per riaffermare il diritto alla partecipazione dal basso alle scelte che interessano noi tutti e per
inaugurare una nuova stagione di solidarietà ed emancipazione politica e
culturale;
-
le forze politiche, chiamate trasversalmente a sostenere la campagna referendaria contro le
trivelle e a farsi portatrici, operose e concrete, delle istanze nei luoghi
della rappresentanza;
-
le organizzazioni sindacali dei lavoratori che vogliamo al nostro fianco per ribadire la
necessità di un cambiamento profondo nella struttura economica e sociale del
nostro Paese, e dell'indifferibilità di un processo di riconversione ecologica
del sistema produttivo;
-
le associazioni degli operatori economici dei settori del turismo, della pesca, dell'agricoltura
e della zootecnica che, destinati a soccombere in caso di trasformazione in
distretti minerari di vaste aree del Paese, hanno più di un motivo per
reclamare un futuro più "green" della nostra economia;
-
gli operatori del mondo della scuola, formatori delle menti del futuro sulle cui capacità
di inventiva e sulla cui operosità facciamo affidamento, malgrado e contro la
"Buona Scuola", per il definitivo superamento delle storture e delle
gravi ingiustizie dell'attuale sistema economico-sociale;
-
alle donne ed agli uomini del mondo della scienza e
della cultura, a cui
chiediamo di tener sempre vivo il fuoco del desiderio di conoscenza critica,
rinnovata consapevolezza ed operosità, senza il quale nessuna transizione
energetica potrà mai aver luogo.
Il
referendum può fare breccia nel cuore e nelle menti di un Paese spesso
“distratto” solo a patto che tutti questi soggetti comprendano la portata
storica degli equilibri da ridefinire e diventino protagonisti di questo
percorso. SE REFERENDUM SARA', IL REFERENDUM SARA' DI TUTTI.
Ci attende una lunga stagione di impegno e passione: c'è molto ancora da fare!
Il
traguardo è ambizioso, impegnativo ma a portata di mano: salvo pronunciamenti
sfavorevoli da parte della Cassazione e della Corte Costituzionale, dovremo
dimostrarci capaci di portare alle urne
la metà più uno delle Italiane e degli Italiani aventi diritto al voto.
E’ giunto il
momento di incontrarsi, confrontarsi e discutere sulle scelte operative e sui
prossimi passi da compiere.
Incontriamoci dunque domenica 8 novembre, dalle ore 10:00
fino alle ore 17:00 circa, a Roma, presso lo storico "Parco delle
Energie" (Centro Sociale ex-SNIA, in Via Prenestina 173), per iniziare questo splendido percorso.
Di seguito,
in termini generali, la proposta di O.d.G della giornata, che verrà sottoposta
al vaglio dell'Assemblea:
a) Valutazione della proposta complessiva
emergente dall’analisi dei singoli quesiti, e individuazione delle modalità di
gestione della campagna referendaria;
b) Formazione di uno (o più) gruppo/i di lavoro nazionale/i per:
- l’organizzazione complessiva della campagna referendaria;
- l’elaborazione di un vademecum informativo e dei materiali generali;
- l’organizzazione di un ufficio
comunicazione e stampa;
c) Formazione dei gruppi regionali per garantire il
funzionamento delle reti locali in sinergia con le reti nazionali;
d) Individuazione dei criteri di raccolta
fondi per garantire un’adeguata operatività delle iniziative (manifesti,
volantini, spostamenti per convegni, assemblee, ecc.);
e) Formazione di un gruppo di coordinamento
delle iniziative locali e nazionali per favorire il potenziamento sinergico tra
lotte su singole vertenze e referendum, ed il collegamento con i coordinamenti
che stanno sorgendo in tutta Italia sia per contrastare le riforme
costituzionali sia per contribuire alla raccolta delle firme per altri
referendum (Italicum, Scuola, Job Act, ecc.).
Vi
invitiamo a condividere il presente invito con chiunque voglia diventare
protagonista di questo percorso e a comunicare all'indirizzo di posta
elettronica referendumnotriv@gmail.com
la partecipazione all'Assemblea Nazionale di domenica 8 novembre.
Roma, 26
ottobre 2015
Coordinamento Nazionale No Triv
Il Focus sintetico sui quesiti referendari è disponibile alla pagina:
http://www.notriv.com/2015/10/17/verso-il-referendum-focus-sintetico-sui-quesiti-referendari-no-triv/
Dove si trova il
Parco delle Energie
https://www.google.it/maps/search/ROMA+PARCO+DELLE+ENERGIE+VIA+PRENESTINA+173/@41.8925945,12.5308196,16z
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